Preoccupazione e urgenza di fare di più e meglio, è quanto come Fillea Cgil Umbria sottolineiamo dopo il recente episodio avvenuto a Terni, dove un operaio edile di 50 anni è stato ricoverato in rianimazione a seguito di un colpo di calore. L’uomo, a quanto si apprende, ha accusato un malore subito dopo la fine del turno di lavoro, crollando a terra mentre saliva su un pullman. La temperatura corporea registrata dai sanitari era di 41 gradi.
Un evento questo, che ancora una volta richiama l’urgenza di azioni concrete e tempestive per la tutela della salute dei lavoratori, in particolare nei settori maggiormente esposti agli effetti del cambiamento climatico come l’edilizia.
Proprio per questo, la Regione Umbria ha emanato un’ordinanza contro le ondate di calore – attualmente in vigore fino al 31 agosto – che vieta il lavoro all’aperto nei settori agricolo, florovivaistico e dell’edilizia dalle 12:30 alle 16:00 nei giorni in cui la piattaforma Worklimate segnala un livello di rischio “Alto” per chi svolge attività fisica intensa all’aperto. Un provvedimento necessario, che tuttavia troppo spesso resta lettera morta nei cantieri: i controlli sono insufficienti, l’applicazione delle norme è disomogenea, e i lavoratori continuano a pagare un prezzo altissimo.
A livello nazionale, il 2 luglio è stato firmato il protocollo quadro per l’adozione delle misure di contenimento dei rischi lavorativi legate alle emergenze climatiche negli ambienti di lavoro. Risultato dell’intesa tra governo, sindacati e organizzazioni datoriali. Il protocollo prevede la possibilità di riorganizzare i turni, l’accesso agli ammortizzatori sociali anche per i lavoratori stagionali, e misure come pause, dotazioni adeguate, informazione e sorveglianza sanitaria. Ma anche questo intervento, come sottolineato dalla Fillea Cgil, è insufficiente: il cambiamento climatico non può più essere trattato come un’emergenza episodica. Servono strumenti strutturali, una normativa permanente, un vero piano nazionale sulla sicurezza climatica nei luoghi di lavoro.
“Chiediamo che si rafforzino con urgenza i controlli sull’effettiva applicazione dell’ordinanza regionale – dichiara la segretaria generale Fillea Cgil Umbria, Elisabetta Masciarri - che le imprese rispettino le prescrizioni e garantiscano condizioni lavorative sicure, occorre fermare il lavoro nelle ore più critiche e pianificare in modo intelligente le attività.
Nel sottolineare la nostra solidarietà e sostegno al lavoratore coinvolto e alla sua famiglia – conclude Masciarri - rinnoviamo il richiamo alle istituzioni, agli enti preposti e alle stesse imprese affinché resti alta l’attenzione, perché la prevenzione è un dovere, non un'opzione”.