L’indifferenza non è giustificabile. Non sono giustificabili il silenzio, l'inazione europea di fronte al genocidio in corso a Gaza.
Una strage di civili che non sembra finire, che non si vuole fare finire.
Il governo e l’esercito israeliano stanno realizzando a Gaza e in Cisgiordania una delle più gravi negazioni del diritto umanitario e internazionale. L’assedio della Striscia, lo sfollamento forzato della popolazione verso campi privi di sicurezza, assistenza sanitaria, cibo, acqua, e i nuovi piani di colonizzazione dimostrano con chiarezza la volontà di cancellare ogni prospettiva, di negare il diritto all’esistenza del popolo palestinese.
L’assenza di risposte sul piano istituzionale mettono in bilico le fondamenta morali del nostro Paese e di ognuno di noi. È una questione di umanità. Si ricordino in questo senso le parole di Primo Levi in Se questo è un uomo: “Parte del nostro esistere ha sede nelle anime di chi ci accosta: ecco perché è non umana l’esperienza di chi ha vissuto giorni in cui l’uomo è stato una cosa agli occhi dell’uomo”.
La commemorazione dell'Olocausto e la creazione di un’intera cultura della memoria attorno a esso, è servita da monito all’umanità e per ricordare l'orrore e il dolore perpetrati, per affermare con forza che una cosa simile non sarebbe mai più dovuta accadere. Tacere ora, significa contribuire a smantellare la cultura della memoria oltre che voltare le spalle ad un intero popolo.
Di fronte allo sterminio del popolo palestinese, come Fillea Cgil Umbria sosteniamo la Global Sumud Flotilla, iniziativa umanitaria e nonviolenta nata dal basso che unisce persone da tutto il mondo per rompere l’embargo e l’isolamento della popolazione di Gaza. Allo stesso tempo, ricordiamo che la Cgil prosegue la raccolta fondi di solidarietà, grazie alla quale sono già stati inviati due container con beni di prima necessità e finanziata la produzione di “confezioni famiglia” di verdure, realizzate da associazioni di donne palestinesi e distribuite nel campo profughi Al Amal Al Taawony a Gaza City.
Per questo per sabato 6 settembre la Cgil organizza una prima mobilitazione nelle principali piazze del Paese.
Crediamo che mobilitarsi sia necessario, per chiedere al governo, alle istituzioni che si schierino dalla parte della pace, della giustizia e del diritto internazionale.
Nella nostra regione saranno due gli appuntamenti: