"Sicurezza sul lavoro, contrasto allo sfruttamento e all'illegalità sono valori che la categoria Fillea sente particolarmente vicini".
Con queste parole della segretaria generale Fillea Cgil Umbria, Elisabetta Masciarri si è aperta oggi, all'Auditorium San Domenico Foligno, l'assemblea generale alla presenza di quadri, delegate e delegati, lavoratrici e lavoratori del settore.
Parole che introducono una riflessione sul complesso contesto nel quale opera l'edilizia sia sul piano delle trasformazioni tecnologiche, digitali e normative sia in un'ottica di più ampio respiro geopolitico.
Un contesto che intreccia necessariamente le motivazioni che porteranno allo sciopero generale del 12 dicembre.
Una manovra economica scarna di proposte e risposte sui temi più urgenti, dalla difesa dei salari e delle pensioni, al necessario potenziamento del welfare.
Nonostante il settore dell'edilizia abbia trainato l'economia in termini occupazionali e di crescita si apre una fase critica legata alla fine della stagione degli incentivi e alla totale mancanza nella legge di Bilancio di strategia in termini di politiche industriali e transizione sostenibile.
Si avvicendano delegati e quadri a ricordare quanto il lavoro di chi rappresenta i lavoratori sia sempre fra le persone, nei cantieri, nelle fabbriche vicino alle urgenze più concrete degli operai.
Una palestra di integrazione e azioni tangibili quella delle costruzioni, che nella nostra regione impiega oltre il 50% di lavoratori stranieri che sebbene rappresentino una componente strutturale del settore sono ancora troppo spesso vittime di segregazione, discriminazione e sotto inquadramento.
E nonostante si sostenga con toni entusiastici che il nostro Paese sta registrando un'occupazione record, gli interventi di questa mattina ricordano quanto sia un'occupazione che non riguarda i giovani.
Gli unici a contribuire al mercato del lavoro sono infatti gli over 50 a causa dell'innalzamento dell'età pensionabile, che rappresenta quest'ultimo, una delle tante promesse elettorali tradite del Governo Meloni.
Tutto questo mentre operai anziani continuano a lavorare nei cantieri quando non ne diventano vittime.
Tutto questo mentre l'Ispettorato nazionale del lavoro rischia di essere ridimensionato e assorbito dal ministero, causando la potenziale perdita della necessaria autonomia nella capacità ispettiva.
Motivi reali, per i quali, come ricorda Michele Greco, segretario organizzativo della Cgil Umbria, occorre costruire una consapevolezza diffusa sulla reale condizione del Paese e del mondo del lavoro.
Temi sui quali l'associazione Nuove Ri-Generazioni Umbria, sottolinea il suo presidente Mario Margasini, grazie al sostegno della Fillea regionale continua a elaborare dati e proposte per il territorio sollecitando il confronto e il dialogo con le istituzioni.
"La filiera della casa e delle costruzioni deve essere declinata in termini industriali per creare lavoro e per rispondere all'emergenza abitativa, che è una questione sociale, demografica ed economonica - rimarca Antonio Di Franco, segretario generale della Fillea Cgil.
L'elemento demografico va analizzato sotto il profilo dei salari e scindendo l'immigrazione dal tema dell'illegalità. Occorre parlare di accoglienza, di buona occupazione, occorre parlare di diritti.
La questione ambientale che raccoglie l'energia e l'efficientamento energetico merita maggiore attenzione senza ipocrisia, tenendo conto delle reali necessità infrastrutturali per rendere il Paese collegato e moderno.
Ma dove sono gli investimenti, quali gli interessi reali, quali le strategie?
Nella dinamica individuale si perde, - conclude Di Franco - riscopriamo la dimensione collettiva, stiamo sul territorio, aumentiamo le nostre competenze per fare davvero la differenza verso chi rappresentiamo".