Riconoscere diritti, costruire inclusione, aggiornare le leggi a una società che evolve. È partito da questi presupposti l’incontro pubblico “La nuova Italia si fa migliorando la legge sulla cittadinanza”, che si è svolto questo pomeriggio nella Sala “Falcone e Borsellino” del Palazzo della Provincia di Perugia, promosso da Fillea Cgil Umbria e Nuove Ri-Generazioni Umbria.
Un appuntamento denso di contenuti e significati, nato per riportare al centro del dibattito pubblico il tema della cittadinanza come chiave di coesione sociale e partecipazione democratica, a pochi giorni da un passaggio cruciale: i referendum dell’8 e 9 giugno. Il confronto ha coinvolto istituzioni locali, rappresentanti sindacali, studiosi e attivisti, con l’obiettivo di riflettere sui limiti dell’attuale normativa e sulle urgenze di una riforma che riconosca pienamente l’appartenenza di chi vive, studia e lavora in Italia da anni, senza ancora essere considerato cittadino.
Ad aprire i lavori sono stati i saluti istituzionali del presidente della Provincia di Perugia, Massimiliano Presciutti, dell’assessora alle politiche sociali del Comune di Perugia, Costanza Spera, e del presidente di Nuove Ri-Generazioni Umbria, Mario Margasini, che hanno sottolineato l’urgenza di un aggiornamento normativo che rispecchi la realtà di una società sempre più multiculturale, in cui migliaia di giovani nati o cresciuti in Italia attendono ancora il pieno riconoscimento dei propri diritti.
“È necessario restituire significato all’essere comunità, a partire dal riconoscimento dell’altro – ha sottolineato Margasini –. Un percorso di consapevolezza che non si esaurisce con le scadenze referendarie dell’8 e 9 giugno, ma che deve puntare a far comprendere come la cittadinanza non sia una concessione, bensì il riconoscimento dell’appartenenza ad una comunità ampia e plurale, fondata su pari diritti”.
L’incontro, coordinato da Alessandro Vestrelli del Comitato scientifico di Nuove Ri-Generazioni Umbria, è stato aperto da Elisabetta Masciarri, segretaria generale di Fillea Cgil Umbria, che ha ricordato come il diritto alla cittadinanza rappresenti una delle sfide più cruciali per un sindacato che vuole essere vicino alle nuove generazioni e ai lavoratori e lavoratrici di origine straniera: “Riconoscere il diritto alla cittadinanza significa investire in giustizia sociale e democrazia – ha detto – e contrastare le disuguaglianze che attraversano il mondo del lavoro e della società. Il settore dell’edilizia si regge in larga parte sul contributo dei lavoratori stranieri: nei cantieri sono circa la metà nella nostra regione. I lavoratori italiani che svolgono mansioni di manodopera sono ormai una minoranza. Eppure continuano a circolare narrazioni tossiche, secondo cui gli stranieri “rubano il lavoro”. Con questo incontro – ha ribadito Masciarri - vogliamo contribuire e sostenere una campagna forte e chiara, che mette al centro la dignità delle persone».
Il cuore dell’iniziativa è stato dedicato agli approfondimenti, con gli interventi di Paolo Morozzo della Rocca, docente all’Università per Stranieri di Perugia, Francesco Di Pietro, avvocato esperto in diritto dell’immigrazione e membro di ASGI, Ina Varfaj, rappresentante dell’associazione Italiani senza cittadinanza, e Luigi Chiapparino del Comitato referendum “5 Sì Perugia”. Gli ospiti hanno illustrato, da diverse prospettive, i limiti dell’attuale legge e le conseguenze pratiche e simboliche dell’esclusione da uno status giuridico che incide sulla vita quotidiana, sull’accesso ai diritti, sulla partecipazione democratica.
A chiudere i lavori è stato Simone Pampanelli, segretario generale della Camera del Lavoro di Perugia, che ha richiamato l’importanza di sostenere con convinzione la campagna referendaria promossa dalla Cgil: “I cinque quesiti referendari, tra cui quello che propone di ridurre a cinque anni il requisito di residenza per ottenere la cittadinanza, sono strumenti concreti per dare voce e diritti a chi oggi vive nel limbo dell’attesa, per contrastare precarietà e sfruttamento nel mondo del lavoro. Votare sì significa costruire un’Italia più giusta e inclusiva”.
L’iniziativa si inserisce all’interno delle mobilitazioni territoriali in vista dei referendum dell’8 e 9 giugno 2025, per i quali è fondamentale partecipare se si vuole un Paese che riconosca e promuova a pieno la ricchezza della propria diversità.