Durante la Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, l’Inail ribadisce anche quest’anno l’impegno sempre più incisivo dell’Istituto verso la tutela del lavoratore e della persona con un focus particolare rivolto alle buone pratiche di reinserimento lavorativo e recupero riabilitativo.
Questa edizione, infatti, chiude il ciclo triennale della campagna promossa dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) dal titolo “Ambienti di lavoro sani e sicuri. Salute e sicurezza sul lavoro nell’era digitale”.
Incontro decisivo sui temi di riferimento è stato quello avvenuto il 21 ottobre scorso all’Auditorium Antonio Maglio della Direzione generale di Roma, evento co-organizzato dall’Istituto e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, con la partecipazione dell’Ispettorato nazionale del lavoro in cui è stato possibile osservare i risultati di alcuni dei progetti di ricerca più innovativi dell’Istituto. Dall’esoscheletro per la deambulazione assistita, al sistema di addestramento in realtà virtuale per le attività in cave e cantieri.
Prototipi, sistemi, modelli per approcciare i principali rischi legati alla sicurezza sul lavoro attraverso un utilizzo intelligente delle tecnologie, che permettono di utilizzare al meglio le importanti banche dati a disposizione, così da diventare presidio della salubrità dell'ambiente di lavoro, tema forte su cui l'Istituto sta investendo da anni.
A livello territoriale le direzioni regionali sono impegnate in iniziative di sensibilizzazione e sviluppano programmi con tutti gli stakeholder del territorio.
In Umbria l'attenzione resta molto elevata in quei settori che riportano un andamento infortunistico significativo che sono anche la spina dorsale e produttiva della nostra regione, quali l'edilizia.
A tale proposito recentemente a Terni è stato presentato lo stato di avanzamento di un importante progetto sulla sicurezza dei cantieri stradali che, come sottolinea il neodirettore regionale Inail, Alessandro Pastorelli, sappiamo essere particolarmente operosi nelle nostre zone e che hanno un impatto significativo sulla sicurezza di chi lavora e anche sulla vivibilità del nostro territorio.
Gli interventi di miglioramento dei livelli di sicurezza realizzati grazie ai bandi ISI, così come la promozione di iniziative tematiche con scuole, enti e associazioni di categoria contribuiscono a diffondere la cultura della sicurezza e a favorire l’introduzione responsabile di strumenti digitali nei luoghi di lavoro.
“Garantire la sicurezza sul lavoro ci riguarda tutti, - sottolinea Pastorelli- perché rappresenta una responsabilità comune e un valore da condividere con ognuno degli attori coinvolti nel sistema lavorativo”.
La necessità di un impegno partecipato trova conferma anche nei dati regionali Inail più recenti, che mostrano un lieve calo del numero di infortuni, continuando dunque, a maggior ragione, a dimostrare la necessità di proseguire con determinazione lungo queste direttrici.
Nel dettaglio si registrano nei primi otto mesi dell’anno a livello regionale 6602 infortuni sul lavoro denunciati, in calo del 5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, di questi, l’80% verificatesi nella provincia di Perugia e con il comparto “Costruzioni” che incide per l’11% del settore "Industria e Servizi".
Per quanto riguarda gli infortuni mortali, nel settore dell’edilizia, si rileva un caso mortale su 14 rilevati da inizio anno.
Relativamente poi al quinquennio 2020-2024, l’aumento degli infortuni a livello regionale è stato preoccupante, con un +29,6% a fronte di un aumento a livello nazionale del 3%.
Anche i casi mortali mostrano una crescita negli ultimi cinque anni, con un +77% .
Sale anche il dato percentuale regionale relativo alle malattie professionali con una variazione che vede un + 150% rispetto al +97% nazionale.
Come Fillea Cgil Umbria ribadiamo la necessità di perseguire un modello di fare impresa che sappia mettere al centro la persona, che consideri la responsabilità delle aziende committenti, e sappia incentivare buone pratiche e legalità.
È necessario aumentare la conoscenza e l’applicazione delle norme esistenti, rafforzare i sistemi ispettivi attraverso un approccio integrato tra lavoro e sanità territoriale, potenziare il coinvolgimento e la collaborazione tra istituzioni, associazioni datoriali e parti sociali, così da salvaguardare il benessere e i diritti di chi lavora.
In sintesi è necessario riconoscere il valore del lavoro.