Ancora una volta, ci troviamo di fronte a una caduta dall’alto, una delle principali cause di infortuni gravi e mortali nei luoghi di lavoro, in particolare nei settori più esposti come quello dell’edilizia così come in agricoltura, settori che anche in Umbria continuano a pagare un prezzo inaccettabile in termini di salute e vite umane.
Ieri a Ramazzano, frazione di Perugia, un operaio di 53 anni, originario di Città di Castello, è precipitato da circa dieci metri di altezza mentre stava lavorando sulla copertura di un immobile. L’uomo, rimasto vittima del crollo di un solaio, è stato soccorso dal personale del 118 e trasportato in codice rosso all’ospedale Santa Maria della Misericordia, dove si trova ora ricoverato in terapia intensiva.
Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, il personale del 118, l’Ispettorato del lavoro e i tecnici della Asl Umbria 1. Mentre sono in corso i necessari accertamenti per chiarire la dinamica dell’accaduto, il rapporto di lavoro e il rispetto delle misure di prevenzione e sicurezza non possiamo che sottolineare quanto la sicurezza sul lavoro debba essere una priorità del governo e che quanto fatto finora non sia sufficiente.
Questo grave infortunio avviene proprio a ridosso della giornata dello sciopero generale, indetto per denunciare una Legge di Bilancio che proprio in termini di sicurezza, prevenzione e controlli non investe abbastanza, mentre aumentano gli infortuni sul lavoro che colpiscono le persone più anziane e cresce l’età pensionabile.
La mancanza di risorse, l’indebolimento dei controlli e un sistema degli appalti che spesso frammenta responsabilità e tutele contribuiscono ad accrescere il rischio.
Servono investimenti mirati, formazione continua, controlli rigorosi lungo tutta la filiera, qualificazione all’ingresso delle imprese e una reale assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti.
Non possiamo continuare a contare feriti e morti sul lavoro, non bastano le frasi di cordoglio o rammarico né azioni parziali e di propaganda. Serve sostanza.
In attesa che gli accertamenti facciano piena chiarezza sull’accaduto, esprimiamo vicinanza e solidarietà al lavoratore ferito e alla sua famiglia. La mobilitazione di oggi è anche per lui, perché è ora di dire basta!