Ci sono morti che finiscono in prima pagina e altre nei trafiletti della cronaca locale, morti per cui si invoca una presa di coscienza e altre di cui è difficile ricordare il nome, eppure tutte finiscono nell’orrenda contabilità di chi non c’è più.
Satnam Singh, bracciante indiano di 31 anni è uno di quelli che non ci sono più. Satnam Singh è stato sfruttato, reso schiavo, abbandonato senza essere soccorso. E forse la bestialità della sua morte ci ha colpiti più di altre per la crudeltà con cui è avvenuta, ci ha ricordato quanto l’uomo, un cittadino italiano possa essere crudele, spietato, disumano.
Sì perché che il caporalato esiste, anche a Latina, è cosa nota, che lo sfruttamento nel settore agricolo così come in edilizia esiste, è cosa nota e far finta di stupirsi non aiuta.
Secondo i dati della Cgia di Mestre sono 41.700 i lavoratori irregolari in Umbria, con un tasso d’irregolarità dell’11,4% rispetto all’11,3% della media nazionale. Un dato che fa dell’Umbria maglia nera rispetto a ogni altra regione del Centro Nord. In particolare, il settore delle costruzioni mostra un tasso di irregolarità del 13,3%, posizionandosi al terzo posto dopo il settore dei servizi alle persone, che registra il tasso più alto con il 42,6%, e il settore agricolo, con il 16,8%.
In Italia si muore di lavoro, tanto, troppo. Tre morti al giorno. 369 vittime nei primi 5 mesi dell’anno, stando ai recenti dati Inail, +3,1% rispetto allo scorso anno e crescono anche le patologie professionali. Tutto questo mentre la Corte dei Conti denuncia la necessità di rivedere i meccanismi di finanziamento della prevenzione affinché siano utilizzate tutte le risorse Inail disponibili che, fortunatamente, non sono poche.
Tutto questo mentre l’Ispettorato nazionale denuncia irregolarità in sette aziende su dieci, in attesa che il decreto Pnrr consenta di rafforzare il personale e riprendere i controlli con la stessa frequenza e intensità di quelli effettuati prima della pandemia.
Tutto questo mentre un operaio edile marocchino pagato un euro per ogni ora di lavoro grazie al sostegno della Fillea Cgil di Modena e del Centro lavoratori stranieri è riuscito a denunciare la sua condizione e a ottenere un permesso di soggiorno di un anno per grave sfruttamento lavorativo.
Tutto questo mentre arrivano segnali, reazioni e proposte concrete. C’è la richiesta di cancellare o quantomeno modificare profondamente la Legge Bossi-Fini che rende i lavoratori migranti ricattabili e vulnerabili.
Ci sono poi quei provvedimenti che hanno dimostrato di funzionare molto bene in altri settori, e che potrebbero essere sperimentati anche in agricoltura, come il Durc di Congruità introdotto con decreto 43 nel 2021 che ha portato all’emersione indotta di 100mila lavoratori edili.
Il Durc funziona definendo, sulla base di tabelle stabilite dalle parti sociali, quanti lavoratori sono necessari per realizzare un determinato tipo di opera. Uno strumento utile per contrastare il caporalato, rendendo molto più rischioso l'impiego di manodopera clandestina. Per quanto riguarda la nostra regione, i sindacati del settore edile stanno promuovendo un Protocollo di Legalità per le opere pubbliche. Un’iniziativa che mira a garantire trasparenza e correttezza nell'utilizzo dei fondi pubblici, prevenendo così ogni eventuale atto di illegalità e irregolarità.
C’è poi la Legge 199 del 2016 sul caporalato, una legge di civiltà che però resta monca se non accompagnata da investimenti nella formazione, nella prevenzione, nella qualità del fare impresa.
Una legge monca se non accompagnata da un sistema che funziona, che sia in grado di colmare le sue lacune e non agire soltanto sull’onda emotiva del “mai più” del momento. Per questo abbiamo il dovere di lottare per cambiare le cose, il dovere di combattere l’onda nera dell’inciviltà, di non voltarci dall’altra parte.
Per questo saremo a Latina il 6 luglio, alla manifestazione nazionale indetta dalla Cgil e dalle associazioni della società civile per dire “Fermiamo un sistema di fare impresa che sfrutta e uccide” contro il caporalato e lo sfruttamento.
Elisabetta Masciarri, segretaria generale Fillea Cgil Umbria
La Cgil di Perugia organizza pullman per raggiungere la manifestazione con partenza alle ore 5.00 da Piazza del Mercato-Ponte San Giovanni (Perugia).