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Edilizia: sfide e prospettive per il 2025

07 gennaio 2025
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Il settore delle costruzioni, comparto cardine dell’economia umbra, sta affrontando una fase di transizione complessa. Da un lato, permane il peso delle criticità legate alla sicurezza e alla carenza di personale qualificato; dall’altro, emergono opportunità significative grazie agli incentivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e alla crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale.

In questo contesto, lo stato di salute dell’edilizia regionale nell’ultimo trimestre di quest’anno mostra una lieve flessione che, sebbene non allarmante, meriterebbe un’attenta riflessione. Il settore sconta ancora ritardi nell’utilizzo delle risorse pubbliche e nelle procedure autorizzative, che frenano l’avanzamento dei progetti con una ricaduta degli investimenti del Pnrr a livello regionale, che si sono dimostrati essere dimezzati rispetto alle stime iniziali, portando inevitabilmente a riconsiderare l’impatto sul PIL regionale e sull’occupazione. Pensando al Superbonus, questa misura poteva, se ben indirizzata e calibrata, essere positiva per il settore in termini di occupazione e di politiche abitative, in particolare per le fasce più vulnerabili della popolazione, ma spesso si è tradotta in mero strumento elettorale piuttosto che in efficace mezzo per migliorare il patrimonio edilizio dal punto di vista sismico ed energetico.

La direttiva europea “Case green” si è inserita appieno in questa direzione, rappresentando una sfida di notevole portata, un’opportunità e non un costo per ripensare il settore edilizio in un’ottica di sostenibilità e innovazione. Tuttavia, per cogliere questa occasione è indispensabile che le amministrazioni locali dimostrino maggiore visione strategica, adottando soluzioni capaci di rispondere concretamente alle esigenze del territorio.

Tuttavia, la recente approvazione della Legge di bilancio, avvenuta a colpi di fiducia, senza un vero dibattito parlamentare, evidenzia un approccio governativo che ignora la necessità di politiche strutturali e si allontana dalle risposte urgenti richieste da un settore in trasformazione.

Come sindacato delle costruzioni dell’Umbria, riteniamo fondamentale ribadire il nostro impegno nel favorire un cambiamento strutturale. È prioritario promuovere un piano organico che stabilizzi il mercato del lavoro e valorizzi un comparto tradizionalmente poco attrattivo per i lavoratori, ma essenziale per il futuro economico e sociale della regione. Solo attraverso politiche mirate e una visione di lungo termine sarà possibile affrontare le sfide con l’attenzione e il coraggio che il momento richiede.

Riteniamo quanto mai necessario e urgente un cambio di passo, con investimenti nella formazione dei lavoratori e un rafforzamento dei controlli ispettivi. Solo attraverso una maggiore sinergia tra istituzioni, imprese e parti sociali è infatti possibile garantire condizioni di lavoro sicure, agendo drasticamente sul drammatico bilancio degli infortuni. È imprescindibile mettere al centro dell’attenzione la fase esecutiva dei lavori, promuovendo legalità e sicurezza nei cantieri. I dati del 2024, con un aumento degli infortuni sul lavoro, anche mortali, rispetto all’anno precedente, e l’emergere di nuove zone d’ombra, richiedono un intervento deciso. Considerando che gran parte delle nuove opere in edilizia sarà finanziata con risorse pubbliche (Pnrr, Fondi di coesione, ecc.), diventa un dovere prioritario monitorare che tali fondi siano utilizzati in modo efficace e trasparente.

Costi del lavoro certi, lavoro buono, sicuro e di qualità sono infatti le direttrici che ci hanno portato a collaborare con altre associazioni del settore per promuovere un Protocollo di legalità che favorisca l’azione di denuncia del sindacato contro ogni possibilità di infiltrazione mafiosa.

Sebbene l’emersione del lavoro nero abbia fatto un notevole passo avanti con l’estensione del Durc di Congruità in tutta Italia, è necessario un ulteriore impegno per garantire che i cantieri siano luoghi di lavoro sicuri. La costruzione di un ambiente di lavoro sicuro e in regola richiede un'organizzazione del lavoro ben strutturata, che possa prevenire incidenti e malattie professionali, promuovendo al contempo una maggiore stabilità nel settore. Su questo la bilateralità edile può essere un forte fattore di spinta soprattutto sul fronte della sicurezza. Avere certezza delle presenze in cantiere così come arginare il fenomeno del dumping contrattuale, che comprime i diritti di chi lavora, sono caratteristiche di un sistema efficace in cui welfare e bilateralità costituiscono il perno.

La zona del cratere del sisma 2016, per cui stiamo attendendo dal 2019 un’ordinanza che renda operativo il badge di cantiere, costituisce evidenza e monito che non si è imboccata la strada giusta è che è tempo di sterzare con decisione per intraprendere la strada della sicurezza, della legalità, della dignità del lavoro.

Dignità del lavoro che non si può garantire senza un corretto adeguamento dei salari perché, se in questi anni i profitti delle imprese edili sono raddoppiati, lo stesso non è avvenuto per gli stipendi. Siamo infatti entrati ora nel vivo di una trattativa che porterà al rinnovo del Contratto collettivo nazionale e su questo siamo impegnati ad ottenere il massimo affinché il settore possa guardare con ottimismo al presente e al futuro.

Un presente e un futuro in cui ci sia spazio per la rigenerazione urbana in materiali ecocompatibili, formazione specifica per i lavoratori, sviluppo sostenibile del territorio, occupazione e innovazione.

Solo attraverso una visione strategica e un impegno condiviso tra istituzioni, imprese e parti sociali sarà possibile affrontare queste sfide, garantendo crescita e prospettive per l’intero comparto, per la comunità regionale e per il Paese.

Elisabetta Masciarri, segretaria generale Fillea Cgil Umbria

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